lunedì 22 ottobre 2007

Fra Dolcino e San Dolcito


Sabato 27 ottobre alle ore 16,30 presso: HOTEL “MONTEROSA” Corso Regaldi 7 in VARALLO VALSESIA Roberto Gremmo presenterà il suo nuovo libro: FRA DOLCINO E SAN DOLCITO. "L’enigma dell’eretico e il mistero delle reliquie “Questo studio storico molto documentato solleva forti dubbi sul rogo di Dolcino e Margherita, poiché le poche (anche anonime) fonti sono fra loro in contraddizione e vengono anche smentite da diversi documenti. L’autore si chiede che fine fecero quelle ossa scomode se, come sembra, l’eretico non venne interamente bruciato poi, inattesa, la scoperta: strane reliquie di un santo misterioso, tale Dolcito comparvero nel ‘700 in una chiesa di Garaglio , portate da un nobile giacobino. Gremmo parte da questa singolare assonanza tra Dolcino e Dolcito per scrivere un vero e proprio giallo storico che farà certamente discutere perche mette in discussione troppe verità propagandistiche sul celebre eresiarca Valsesiano.

martedì 16 ottobre 2007

Il federalismo fiscale competitivo di Pagliarini



Primo: identificare i compiti dello Stato, che sono di due tipi: compiti legislativi e compiti operativi


Secondo: i compliti legislativi sono "esclusivi" (pochi) e "concorrenti", assieme alle Regioni. Pochi anche questi.


Terzo: tutte le altre leggi sono responsabilità delle singole Regioni.Anche in concorrenza tra di loro. Non è"caos", è gara a chi amministra meglio, a dove la qualità della vita è migliore, a dove si attirano più investimenti e a dove c'è più sicurezza e meno ladri a piede libero.


Quarto: I compiti operativi dello Stato cemtyrale sono pochissimi. Includono le gestione del debito pubblico della Repubblica, ma non la gestione del welfare (LSU, pensioni di invalidità, ecc)
Quinto: i compiti dello Stato sono valutati a costi standard


Sesto: i compiti dello Stato sono finanziati con una delle due tasse nazionali. La "tassa per pagare iservizi dello Stato"


Settimo: la seconda tassa nazionale è la "tassa per la solidarietà e perequazione"La pagano tutti, il gettito va in un "piatto comune". Si calcola il PIL medio pro-capite nazionale. Le regioni che lo superano non ricevono niente. Quelle dove si genera un PIL pro capite inferiore alla media nazionale incassano quote della "tassa per la solidarietà e perequazione", a condizione che non vi sia significativa evasione fiscale e contributiva


Ottavo: il calcolo non viene effettuato sui valori nominali, ma sulla base del "potere d'acquisto".


Nono: tutto il resto, tutte le altre tasse, sono gestite dalle Regioni. Principio della concorrenza fiscale tra lele Regioni. Come in Svizzera. Esempio del cantone di Obvaldo: hanno deciso di passare a breve alla flat tax.


Decimo: nelle Regioni dove si decide di dare tanti servizi ai residenti ( cittadini, imprese, associazioni ecc) lapressione fiscale sarà superiore della pressione nelle Regioni dove gli amministratori decidono di dare menoservizi. Non vi sembra logico?


Ciao. Paglia

sabato 13 ottobre 2007

No alla tassa di scopo sul turismo


In questi giorni il Ministro dell'Economia Tommaso Padoa Schioppa sta pensando di inserire in finanziaria una tassa comunale di scopo sul turismo, ovvero una tassa di circa 5 euro a notte per i turisti che vorranno soggiornare nelle nostre città. La tassa, secondo il Ministro, sarà utile per migliorare i servizi e valorizzare i centri storici.La proposta mi trova sicuramente contrario. Non si può pensare di introdurre una tassa di 5 euro sul turismo perché il nostro paese risulta già fortemente penalizzato dalla concorrenza di altri paesi europei che, grazie a minori costi e maggiori servizi, attirano la gran parte del turismo. Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un calo sistematico dei turisti stranieri, in particolare qui da noi in Liguria, di francesi e tedeschi; i quali solo pochi anni fa popolavano le nostre coste. Mi sembra assurdo sentir dire che tale tassa servirebbe per migliore servizi e valorizzare i centri storici poiché in molte altre realtà più “economiche” riescono già a valorizzare ampiamente il loro territorio. Concludo quindi dicendo che questa proposta mi sembra un “boomerang” destinato a realizzare l’effetto opposto: allontanare ulteriormente il turismo dal nostro paese.

mercoledì 10 ottobre 2007

Costi politica, aumento di 53 mln, In Finanziaria più spese per la "Casta"


Doveva essere una Finanziaria di rigore per le spese della politica, quelle che servono per fare funzionare la macchina istituzionale. Invece, come raccontano Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo sul Corriere della Sera, nel 2008 questa voce di spesa aumenterà di 53 milioni di euro, arrivando a quasi 2 miliardi di euro. Una cifra esorbitante, viste le recenti promesse del governo di diminuire i costi della politica.Pare che i sussulti di anti-politica di questi ultimi tempi non abbiano inciso affatto sulle decisioni del governo. I costi della spesa corrente del ministero delle Finanze che riguardano il funzionamento di Camera, Senato, Quirinale, Corte Costituzionale, Cnel e Consiglio superiore della magistratura, non accennano a fermarsi. 53milioni in più rispetto al 2007 con buona pace di chi aveva chiesto qualche ridimensionamento e forse con un certo imbarazzo per chi ha studiato la Finanziaria.Ma le spese del 2007 e quelle del 2008 non sono comparabili. Chi ha predisposto il pacchetto legislativo ha accorpato voci, diviso settori, eliminato capitoli, aggiunto nuovi oggetti. E così non è facile capire dove e come cambia la spesa della politica nel dettaglio. Ma da una prima analisi della Finanziaria è chiaro che l'aumento di 53 milioni esiste. E gran parte di queste risorse vanno a incrementare la spesa per il funzionamento della presidenza del Consiglio dei ministri. Altri soldi servono per sostenere i due rami del Parlamento.Diversa è la situazione di alcuni ministeri. E' lì che si abbatte la mannaia della razionalizzazione della spesa. Molte sono le risorse che andranno perse per strada al ministero per le politiche della Famiglia (40 milioni circa). Analogo discorso per le Pari opportunità e per la Protezione civile. E nonostante gli appelli alla sobrietà della spesa divulgati con smepre maggiore frequenza dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, il Quirinale spende sempre di più con un balzo in un anno del 41,9%.