martedì 17 luglio 2007

Asse Piemonte-Liguria, più treni per il mare

La richiesta inoltrata alle Ferrovie

ANDREA ROSSI
TORINO

Il Limonte - il progetto di cooperazione rafforzato tra Piemonte e Liguria - comincia dai treni. Almeno, così si direbbe, vista l’azione «a tenaglia» con cui ieri l’assessore piemontese ai Trasporti Daniele Borioli, e il suo collega ligure Luigi Merlo, si sono rivolti a Trenitalia per chiedere interventi urgenti sulle linee ferroviarie dei vacanzieri.Borioli ha preso carta e penna per scrivere all’amministratore delegato delle Ferrovie Mauro Moretti, al direttore Passeggeri regionale Giancarlo Laguzzi e al direttore Territoriale Claudio Teti. Invocando, al tempo stesso, azioni immediate e di lungo periodo: «Tanto per cominciare, chiediamo che si aggiungano carrozze ai treni che viaggiano nei fine settimana. Poi, che si vigili sulla pulizia, sul funzionamento dell’aria condizionata e dei servizi igienici. Insomma, si deve garantire ai passeggeri un viaggio sereno».Il resto, par di capire, non appartiene al presente. Non è realizzabile, oggi. Si tratterebbe di stravolgere l’attuale impianto della rete ferroviaria: treni, personale, organizzazione. «Il secondo piano d’interventi dovrà essere affrontato entro il prossimo anno - spiega Borioli -. Servono collegamenti migliori: è inaccettabile che non esista un treno rapido che congiunge Torino con il Ponente ligure. Chiediamo che, in previsione della prossima estate, le Ferrovie provvedano, almeno durante i fine settimana e in estate, a far viaggiare convogli rapidi».Concetti condivisi in pieno dall’assessore ai Trasporti ligure Merlo: «È da un anno che siamo impegnati in questa battaglia. Addirittura, su richiesta degli albergatori della Riviera, volevamo chiedere alle Ferrovie d’istituire treni speciali per i turisti. Il fatto è che viviamo una situazione d’emergenza: nei fine settimana siamo presi d’assalto, ma il nostro sistema di infrastrutture fatica a reggere l’urto».In Piemonte sul banco d’accusa, manco a dirlo, c’è il «Memorario», entrato in vigore nel 2002. Ancora Borioli: «Non ci piace. E nutriamo grandi perplessità anche sul versante pendolari. È un orario studiato per funzionare in condizioni, della rete e del servizio, che oggettivamente adesso non esistono». Insomma, i turisti del mare si rassegnino. Di miglioramenti, almeno fino alla prossima estate, non se ne parla. Saranno ancora sguardi sconsolati agli orari. E sibilline maledizioni ai milanesi, che ci mettono addirittura dieci minuti in meno dei torinesi per arrivare a Finale Ligure. Nonostante Milano sia 60 chilometri più distante dalla Riviera.Per non parlare dei bolognesi, che in un’ora e mezza sbarcano a Rimini: 122 chilometri (da Torino a Finale sono 160) solcati da ben 44 treni ogni giorno, tutti diretti, senza scali. Le fermate restano molte, tredici, ma il treno corre veloce. Non esistono binari unici - come lungo un bel tratto della Torino-Savona -: ritardi e attese così si riducono. Insomma, un bella differenza rispetto ai 19 convogli - di cui appena tre diretti - che da Torino raggiungono la Riviera di Ponente. Resta davvero arduo scovare collegamenti così travagliati. Anche la Versilia sorride ai fiorentini più della Liguria ai torinesi. Da Firenze, 35 treni al giorno - di cui 22 diretti - portano a Viareggio. Non è una tratta rapida: un’ora e mezza - come Bologna-Rimini - per 102 chilometri. Sempre meglio, però, delle 2 ore e 45 minuti che servono per macinare 160 chilometri e accomodarsi sotto l’ombrellone di una spiaggia di Finale.«Si avvisano i signori viaggiatori»: il volume scritto dal giornalista de La Stampa Fiorenzo Panero.Le tratte infinite: 20 fermate per arrivare ad Alassio, 14 per Rapallo. E i treni veloci spariti da anni.Cinque ore per raggiungere Sanremo tra intoppi, treni stipati e caldo. E quando si arriva le spiagge sono zeppe.

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